Negli ultimi decenni la nostra società è stata sempre più teatro di fenomeni controversi e complessi, tra i quali figurano gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) e i rapimenti di certe persone da parte di alieni ostili (abduction).
Del fenomeno ufologico sappiamo che può dipendere da oggetti comuni scambiati per altro, da velivoli sperimentali top secret, da particolari forme energetiche terrestri non ancora comprese dalla scienza, oppure da astronavi extraterrestri, eventualità per la quale non sono ancora state prodotte prove definitive.
Del fenomeno abduction sappiamo che può dipendere da un rapimento governativo con fini sperimentali, dove il ricordo viene mentalmente mascherato sovrapponendo all’immagine dei medici quella di alieni, oppure può derivare da un effettivo rapimento da parte di esseri extraterrestri, eventualità per la quale non si sono ancora prodotte prove definitive.
Però gli avvistamenti e i rapimenti possono avere anche una genesi psichica, ambito che viene indagato in questo articolo.
CAUSE PSICOLOGICHE DEGLI AVVISTAMENTI UFOLOGICI
Il primo a riconoscere la psicogenesi degli avvistamenti è stato lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung che, nel 1958, presentò i dati da lui raccolti nel libro “Un mito moderno: le cose che si vedono in cielo”. Egli notò che tale fenomenologia subì un aumento esponenziale dopo la Seconda Guerra Mondiale, poiché la paura dell’estinzione, scatenata dalla vastità del conflitto e dall’uso della bomba atomica, ha spinto la mente collettiva a generare allucinazioni/visioni individuali o di gruppo, che sono l’espressione di simboli provenienti dall’inconscio. Questa tendenza è poi stata incentivata da tre fattori: la Guerra Fredda tra gli USA (che come simbolo hanno la femminile stella bianca) e l’URSS (che come simbolo aveva la maschile stella rossa); i timori legati all’inquinamento ambientale generalizzato; e la globalizzazione troppo veloce e quindi mal riuscita. Si consideri poi il recente aumento delle catastrofi naturali e la sempre maggiore presa di coscienza della minaccia nucleare. A riprova della genesi psichica di molti avvistamenti, sono le forme tipicamente ricorrenti di questi oggetti volanti: da un lato navicelle femminilmente sferiformi e dall’altro velivoli maschilmente sigariformi.
Per quanto riguarda la psicodinamica alla base di queste visioni, Jung spiega che dipendono dal fatto che la coscienza collettiva della nostra epoca è lacerata da un contrasto politico, sociale, filosofico e religioso di dimensioni eccezionali, quindi si ritrova frammentata e portatrice di un’angoscia senza nome proveniente dall’inconscio collettivo, il quale può agire negativamente sul campo di coscienza collettivo. Per potersi dedicare a una scienza e a una tecnica distruttive come quelle moderne, l’Io si è allontanato troppo dalle sue radici inconsce, pertanto è aumentata l’insicurezza dell’uomo-massa che, nell’adeguarsi sempre più a modelli collettivi di comportamento, ha perso energia e identità. In questa situazione minacciosa, in cui la coscienza individuale si aggrappa ai suoi convincimenti e si nega ai valori contrapposti dell’inconscio, i contenuti negati di quest’ultimo cercano di esprimersi indirettamente. Tutto ciò che è inconscio tende a essere proiettato, quindi gli UFO possono essere visioni, cioè oggettivazioni fantastiche di un’esigenza troppo duramente repressa.
In una situazione d’emergenza come quella odierna, la fantasia produttrice di proiezioni approda in cielo, nello spazio cosmico, laddove un tempo avevano sede gli dèi. La credenza negli UFO e la loro fantasticata visione, racchiude dunque il bisogno profondo di ricostruire l’unità, cioè la relazione tra Io (mente) e Sé (cuore), che nel mondo moderno sembra irrimediabilmente compromessa (le proiezioni sono tanto più drastiche, quanto più il soggetto che le subisce è razionale e misurato).
Chi invece vede gli UFO non in cielo ma nel proprio radar di bordo, può essere perché il simbolo dietro all’oggetto volante viene raffigurato dalla sua psiche come un pensiero non pensato consciamente, ma presente solo in forma potenziale nel preconscio, quindi i suoi occhi lo riescono a visualizzare solo attraverso uno strumento elettronico.
Il I novembre del 1958 Jung partecipò a un piccolo gruppo di studio a Basilea, occasione nella quale sottolineò che gli UFO vengono avvistati da sempre, ma che solo a partire dal XX secolo viene loro attribuito un significato speciale, dovuto alla proiezione su di essi di una speranza e di un’attesa particolari. In senso positivo, agli UFO viene assegnato il ruolo messianico redentivo, dovuto al senso d’inferiorità che la razza umana percepisce verso la modernità e la tecnologia. Invece in negativo, gli UFO vengono visti come le “navi dei morti”, che possono o portarsi via i vivi (abduction) oppure portare sulla Terra nuove anime (quelle degli alieni); i timori catalizzati dalle navi extraterrestri sono una proiezione profetica relativa all’apocalisse, la cui probabilità è resa sempre più alta dalla frequenza dei disastri naturali e dall’ingravescente sovrapopolamento, che si cerca compensativamente di colmare con la corsa allo spazio.
CAUSE PSICOLOGICHE DEL FALSO RICORDO DI RAPIMENTI ALIENI
L’elemento più importante che permette di associare i rapimenti alieni a un disturbo psicologico, è la constatazione statistica che il picco massimo di abduction si è avuto tra la metà degli anni Ottanta e la metà dei Novanta del XX secolo, cioè nello stesso periodo in cui si è verificato il picco massimo dei casi di sindrome da falso ricordo, inerente memorie fittizie d’abuso infantile subito dai soggetti studiati. Purtroppo non è stata effettuata una ricerca specifica per verificare se i due fenomeni sono strettamente correlati come sembra, però si può provare a capire come e perché può essere comparsa e dilagata una variante esobiologica della sindrome da falso ricordo.
La memoria è un fenomeno ricostruttivo e può alterarsi per fattori esterni o interni al soggetto ricordante, quindi i falsi ricordi sono comuni per la mente umana e possono innestarsi nella memoria per vari motivi, in una qualunque delle tre fasi del processo mnestico (codifica, ritenzione e rievocazione), in modo così stabile che si è pronti a giurare su un ricordo che in realtà è avvenuto solo nella propria testa. La memoria è dunque suscettibile agli effetti della suggestione, la quale è proprio alla base della sindrome da falso ricordo, che spinge un individuo a rammentare abusi sessuali subiti nell’infanzia, i quali però non corrispondono a verità ma manifestano in chiave simbolica aspetti inconsci del soggetto stesso, incapace di vederli per ciò che sono davvero. Questa sindrome non solo ha fatto perdere tanto tempo a psicologi e psicoanalisti, ma ha portato a incriminare ingiustamente genitori, maestri e altri appartenenti a categorie sensibili. Chi può soffrire di tale disturbo sono le persone altamente suggestionabili, le quali posseggono una costituzione caratteriale tipica: acquiescenti, ansiose, timorose del giudizio negativo, con alta aspettativa di accuratezza e desiderio di apprezzamento sociale. Inoltre il falso ricordo patologico può essere un sintomo correlato a cinque disturbi di personalità (paranoide, schizotipico, borderline, istrionico e dipendente), al disturbo post-traumatico da stress, all’epilessia del lobo temporale, agli stati dissociativi e alla sindrome di alienazione genitoriale (dove le denigrazioni esplicite o implicite del padre, portano il soggetto a sviluppare reazioni fobico-repulsive verso gli altri). Per tali correlati, al fine di capire meglio le testimonianze riportate dagli addotti, bisognerebbe sottoporli almeno ai test delle Scale di suggestionabilità, all’MMPI-2 (per i disturbi di personalità) e al Post-Traumatic Stress Disorder Inventory, in modo da individuare subito se sussistono i presupposti più comuni affinché si tratti di un ricordo fittizio. Inoltre, siccome gli eventi ricordati totalmente falsi (confabulazioni) sono un sintomo relazionato ad altre problematiche psicofisiche, è bene accertarsi che i soggetti dichiaratisi addotti non soffrano di un disturbo di personalità antisociale o della sindrome di Korsakov (legata all’alcolismo).
In conclusione, molti casi di rapimento alieno possono essere spiegati con una versione “extraterrestre” della sindrome da falso ricordo, certamente motivata da tutti quei fattori d’insicurezza sociale che la modernità porta con sé, già descritti nel paragrafo precedente.
A questo punto rimane da capire perché gli alieni immaginati come rapitori degli umani hanno le sembianze di creature rettiliane o insettoidi, mentre invece quelli legati al positivo fenomeno del contattismo, appaiono come individui alti e biondi.
CERVELLO TRINO: PSICOGENESI DELLE VARIE RAZZE ALIENE
Paul MacLean è stato il primo scienziato a scoprire che il sistema nervoso centrale è suddiviso in tre sezioni, le cui caratteristiche replicano, a livello neuronale, la filogenesi degli esseri viventi sul pianeta Terra.
La parte più evoluta è la corteccia cerebrale che abbiamo ereditato dai primi mammiferi, infatti viene chiamata cervello neomammifero. Esso è preposto ai ragionamenti logici, ai ragionamenti emotivi, al linguaggio e a tutte le funzioni superiori.
Subito sotto si trova il cervello paleomammifero, meglio noto come sistema limbico, che abbiamo ereditato dai primi pesci e che pertanto viene anche chiamato ittioencefalo. Questo agglomerato di neuroni regolamenta le funzioni emotiva e mnemonica, quindi anche le relazioni affettive.
Infine c’è il cervello rettiliano che abbiamo ereditato dai primi rettili, il quale regolamenta il sistema autonomo e le funzioni istintuali (nutrimento, sopravvivenza, accoppiamento e protezione).
Ognuna di queste aree cerebrali veicola pensieri e funzioni sia coscienti che inconsci, solo che mentre la corteccia cerebrale elabora soprattutto a livello cosciente, il cervello rettiliano funziona soprattutto a livello inconscio. La dimensione inconscia contiene tutta una serie di elementi, sia positivi che negativi, i quali possono emergere in particolari momenti della vita, in seguito a sollecitazioni sia endo- che esogene.
Nell’epoca moderna le mitologie religiose hanno perso il loro impatto sulle masse, soprattutto a causa del grande sviluppo tecnologico che si sta protraendo da oltre un secolo, infatti le nuove e deboli mitologie sono tutte in qualche modo relazionate all’elettronica. Si pensi ad esempio ai grandi cantanti pop, che non sarebbero niente senza gli impianti musicali, la televisione e i CD, oppure ai grandi attori, che senza il cinema, la TV e i DVD sarebbero degli emeriti sconosciuti.
Tra le varie mitologie moderne, quella più tecnologicamente avanzata riguarda le razze aliene provenienti da mondi sconosciuti, le quali incarnano contenuti propri dei tre strati cerebrali. Ad esempio, gli alieni cosiddetti “nordici”, benevoli e di bel aspetto, rappresentano tutte le speranze che l’umanità proietta sulla tecnologia e sulla genetica, le quali risiedono nella coscienza e nella corteccia cerebrale. Invece gli alieni rettiliani e i loro servi, gli insettiformi “grigi”, rappresentano collettivamente le paure ataviche e le angosce primordiali contenute nel cervello rettiliano. Questi “timori rettiliani” esistono almeno a tre livelli: sul piano individuale, riguardano l’essere sopraffatti dai propri istinti; sul piano sociale, interessano il soccombere durante la lotta per la sopravvivenza; e sul piano temporale ciclico, comportano la paura dell’estinzione a causa di un passaggio epocale, come avvenne 65milioni di anni fa per i dinosauri. Siccome ci troviamo a cavallo tra due cicli, dove lo spartiacque temporale dovrebbe coincidere col 21 dicembre 2012, appare abbastanza normale che paure di questo tipo stiano diventando sempre più incisive sulla massa e, visto che la disillusione in un mondo più vivibile regna sovrana, quale migliore oggetto di proiezione delle proprie speranze e dei propri terrori, se non creature provenienti da un altro sistema solare, culturalmente inconoscibili e pertanto facili da prendere come modello sia positivo che negativo?
In conclusione, non sempre è necessario scomodare spiegazioni ai confini della realtà per giustificare certi fenomeni, perché spesso la risposta si trova dentro di noi.
PSICOLOGIA DEGLI AVVISTAMENTI UFOLOGICI E DEI RAPIMENTI ALIENI
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa in nessuna forma e tramite nessun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni e sistemi di stoccaggio o di recupero delle informazioni, senza il permesso scritto dell’autore.