Lo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961), ha scoperto che il percorso evolutivo della personalità di ognuno attraversa due grandi fasi.
Nella prima parte della vita ogni persona deve portare a termine il processo di adattamento, che consiste in un susseguirsi di manovre atte a modificare se stessi e l’ambiente circostante, in modo da conseguire un equilibrio accettabile. Se tale obiettivo non viene raggiunto ne deriva il disadattamento.
Dopo aver conseguito l’omeostasi personale e ambientale, nella seconda parte della vita alcuni individui possono sentire il bisogno di perseguire anche l’individuazione, il cui percorso si basa sull’alternarsi continuo di differenziazione e integrazione. L’individuazione intrapsichica consiste nel differenziare l’Io dalle istanze psichiche inconsce (Ombra, Anima/Animus, Spirito/Materia e Sé), e poi nell’integrare quelle stesse parti rimosse per poter crescere. Invece l’individuazione interpsichica consiste nel differenziarsi dall’adesione acritica alle forme collettive d’esistenza, per poi integrare criticamente i modelli culturali esistenti.
Anche se in generale il percorso definito da Jung è cronologicamente corretto, l’essere umano non è statico ma in continua crescita e cambiamento, quindi i processi di adattamento e individuazione si possono alternare spesso lungo la vita delle persone, però solo in quelle che scelgono d’individuarsi.
Le istanze psichiche inconsce che ognuno deve affrontare sono fondamentalmente quattro: l’Ombra, cioè l’insieme delle caratteristiche personali che si vogliono nascondere a sé e agli altri, ma che più vengono represse e più si manifestano tramite azioni inconsapevoli e malvagie; l’Anima, che nel maschio è l’insieme delle caratteristiche femminili ideali inconsce, sia positive che negative (invece la femmina ha inconscio l’Animus, che è l’esatto opposto); lo Spirito, che nel maschio è l’insieme delle caratteristiche primordiali spirituali maschili (invece la femmina deve affrontare la Materia, cioè l’insieme delle caratteristiche primordiali materiali femminili); e infine il Sé, cioè l’archetipo centrale della personalità, che comprende sia la coscienza che l’inconscio e che è paragonabile al Dio interiore.
Nell’antichità il percorso d’individuazione, magari suddiviso nelle sue varie fasi, veniva rappresentato nelle narrazioni mitologiche delle varie culture. Anche oggi capita che le moderne mitologie cinematografiche rappresentino il dramma dell’individuazione umana. Tra i molti lungometraggi prodotti negli ultimi decenni, la trilogia di “Matrix”, sceneggiata e diretta dai fratelli Wachowski, è forse l’esempio più significativo in tal senso, sia perché la commistione tra la realtà psichica individuale e quella tecnologica è orchestrata in modo perfetto, sia perché il processo d’individuazione viene affrontato nella sua interezza, rendendo il protagonista uno tra i più riusciti eroi dell’era moderna.
PRIMO EPISODIO: L’INIZIATO INTEGRA L’ANIMA
Il protagonista della trilogia si chiama Thomas A. Anderson, il quale si è da tempo reso conto che il mondo in cui vive ha un sapore di falsità che vuole smascherare (cioè desidera indefinitamente di perseguire l’individuazione).
All’inizio il mondo di Matrix sembra quello reale, però ci sono certe persone che conoscono la verità e che vogliono aiutare gli altri a scoprirla a loro volta, le quali sono finite per concentrarsi proprio su Neo che, da parte sua, si interessa da tempo ai crimini commessi da questa strana banda capeggiata da un certo Morpheus, perché le loro gesta compaiono spesso sulle pagine di cronaca.
Il protagonista viene contattato via computer e la prima frase che legge è “svegliati Neo!”, cioè esci dall’illusione del fittizio mondo in cui stai vivendo, che poi è lo stesso concetto indiano del trascendere l’illusione di maya, la cui assonanza con Matrix non è casuale. Il messaggio continua spiegandogli che Matrix, cioè la realtà immaginaria condivisa, lo sta controllando, e che deve seguire il coniglio bianco, una citazione di “Alice nel paese delle meraviglie” che lascia intendere come pensare fuori dagli schemi permetta di agire in modo straordinario.
Subito dopo viene chiarito che Thomas Anderson vive due vite parallele: in una è ben adattato, infatti lavora come programmatore per una società d’informatica, è iscritto alla previdenza sociale, paga regolarmente le tasse e aiuta le vecchiette gettando per loro l’immondizia, quindi possiede le basi per perseguire l’individuazione; invece nell’altra è un hacker che si fa soprannominare Neo (“Nuovo”), il quale ha compiuto tutti i crimini informatici legalmente perseguibili, dimostrando così di voler uscire dai confini impostigli dalla società in cui vive e di essere pronto per iniziare il suo percorso verso l’individuazione.
Dopo essere stato catturato dagli agenti speciali, cioè dei programmi senzienti che rappresentano l’Ombra collettiva, Neo subisce un interrogatorio da parte dell’agente Smith (incarnazione dell’Ombra personale dello stesso protagonista), il quale lo minaccia affermando che solo una delle sue due identità ha un futuro. Inoltre promette di cancellare i suoi reati se lo aiuterà a catturare Morpheus (ipostasi del saggio Spirito del protagonista) che, da parte sua, sta tentando d’innescare in Neo il risveglio che dia inizio al processo d’individuazione. Il protagonista decide di non soccombere alle minacce di Smith, così questi reagisce usando la sua stessa paura per ottenere degli effetti psicosomatici negativi, infatti gli toglie la forza di esprimersi (chiudendogli letteralmente la bocca) e debilita la sua capacità di agire autonomamente in base al proprio potere personale (inserendogli un parassita robotico nell’ombelico).
Ciò che fino a quel momento aveva spinto Neo a interessarsi a certi fatti di cronaca e a violare la legge, era stato il bisogno di rispondere alla domanda “Cos’è Matrix?”, che riassume in sé i grandi quesiti esistenziali dell’uomo: Dove siamo? Chi siamo? Dove stiamo andando?
Neo viene contattato da Morpheus per organizzare un incontro, ma prima che questo abbia luogo bisogna estirpare la paura dal terzo chakra del protagonista, cioè estrarre la cimice dal ventre. Non è strano che un dispositivo di rilevamento venga associato alla paura, perché quest’ultima impedisce di fingere e quindi di proteggersi da chi vuole controllare le persone (o dai complessi psichici) per mantenere lo stato sociale (o mentale) così com’è.
Il nome in codice Morpheus richiama al dio greco dei sogni, però il personaggio cinematografico fa esattamente il contrario, mettendo Neo di fronte alla possibilità di uscire dal sogno per conoscere finalmente il mondo reale. Pillola blu o pillola rossa? Questa è la scelta che permette al protagonista di capire come e perché lui, come tutti gli altri, è uno schiavo del sistema.
Il transito guidato tra il mondo di Matrix e la realtà è permesso dal telefono, dispositivo scelto perché veicola la voce, che è lo strumento più potente usato nell’ipnosi. Infatti anche quando un soggetto ipnotizzato raggiunge livelli di trance molto profondi, la sua ancora di salvezza risiede nella voce dell’ipnotista, che lo guida fuori dallo stato ipnotico e da eventuali situazioni spiacevoli in esso sperimentate.
Uscito da Matrix, Neo si risveglia in una vasca di contenimento, scoprendosi immerso in una biogelatina nutriente e con addosso cavi inseriti in varie parti del corpo. A versare in quella condizione sono miliardi di altri individui, tutti nutriti e ossigenati meccanicamente, nonché indotti a vivere in un sogno telematico collettivo, affinché i loro organismi possano generare la biolettricità e le calorie necessarie ad alimentare le macchine che hanno preso il controllo del pianeta. Al comando delle macchine c’è una fantomatica Intelligenza Artificiale, metafora assai efficace del controllo sulle masse permesso dalla globalizzazione, di cui parlano abbondantemente le teorie del complotto. L’opacizzazione dell’atmosfera per oscurare il Sole, provocata dagli esseri umani per togliere l’alimentazione fotovoltaica alle macchine, è invece una metafora di come l’umanità si sia allontanata dalle direttive del proprio Sé (simboleggiato dal Sole), tanto da condannare l’esistenza di tutti a una schiavitù dell’Io e delle conseguenze delle sue decisioni (le macchine appunto).
Una volta risvegliato, Neo acquisisce l’iniziale conoscenza del bene e del male, ma non essendo più utile come produttore d’energia viene scaricato dalla sua capsula, come un moderno Adam che viene cacciato dal paradiso terrestre.
Il corpo di Neo viene recuperato dalla squadra di Morpheus e, dopo la riattivazione muscolare grazie all’agopuntura elettrostimolata, inizia l’addestramento nella realtà virtuale (cioè inconscia), per imparare ad agire nel mondo di Matrix con capacità superumane. Le simulazioni d’addestramento sono la versione telematica di vere e proprie sedute ipnotiche.
A questo punto è definitivamente chiaro che Matrix rappresenta l’inconscio collettivo, gestito non dalle persone ma dalle macchine, e che il mondo reale rappresenta la coscienza collettiva, veritiera ma portatrice di maggiori sofferenze.
Nella dimensione reale i personaggi più importanti sono Morpheus, sul quale viene proiettato lo Spirito di Neo, e Trinity, colei sulla quale il protagonista proietta la sua Anima. Gli altri personaggi rappresentano complessi psichici minori e infatti anche i loro nomi suonano meno aulici: Apoc, Switch, Tank, Dozer e Mouse. Solo Cypher riveste un ruolo fondamentale, perché è colui sul quale viene proiettata l’Ombra di Neo.
Invece nella dimensione inconscia, cioè in Matrix, l’Ombra personale di Neo è incarnata dall’agente speciale Smith, mentre la sua Anima si manifesta dietro alle fattezze dell’Oracolo, un nome scelto per sottolineare quanto la fede sia importante se si vogliono trascendere i propri limiti mentali.
Quando Neo incontra l’Oracolo, questi gli rivela che non è l’Eletto (cioè non è destinato a compiere l’individuazione), come invece tutti si aspettano. Tale conversazione è importantissima, perché lo sviluppo di un individuo non viene bloccato solo da aspettative negative, ma anche da aspettative troppo positive; tanto più che sentirsi l’Eletto ancora prima di realizzare tale compito, carica l’Io di un orgoglio e di un’importanza personale che nuocciono alla maturazione. Però l’Oracolo rivela anche che essere l’Eletto è come essere innamorato, ovvero si tratta di una condizione permessa dal cuore.
Infine l’Oracolo parla di due cose importanti: accenna a come l’integrazione psichica dell’Anima sia legata anche a delle azioni precise nella vita reale, riferendosi all’avvicinamento del protagonista a Trinity; e poi spiega che presto Neo avrebbe dovuto decidere se salvare Morpheus (rappresentazione dello Spirito che incentiva il processo d’individuazione) oppure salvare se stesso (cioè l’Io che dubita di poter raggiungere l’individuazione).
Dopodichè Neo osserva il dejà vu di un gatto, cioè un cambiamento strutturale di Matrix che rappresenta una modificazione nella struttura del suo inconscio, provocato dalla sua accresciuta consapevolezza. E in effetti subito dopo lui e il suo gruppo (che quando si trova nella realtà virtuale incarna le entità psichiche pure e semplici del protagonista), vengono attaccati dall’agente Smith, cioè dall’Ombra che vuole soggiogare Neo. Ben presto Smith si ritrova a combattere con Morpheus, cioè con lo Spirito che vuole il pieno sviluppo di Neo. In verità, si tratta di un conflitto interno tra il desiderio di rimanere comodamente inconsapevole e quello di responsabilizzarsi accettando la dura realtà, ma per il momento vince il primo, infatti Morpheus viene sconfitto e arrestato.
Intanto Cypher viene risvegliato alla realtà e si ribella contro i suoi compagni uccidendoli, riflettendo in tal modo i connotati dell’Ombra e il desiderio di godere dei piaceri illusori di Matrix.
Dopo che il traditore è stato neutralizzato, Neo decide di andare a liberare Morpheus, cioè di non sottomettersi all’Ombra e di seguire i dettami del proprio Spirito. L’impresa ha successo e, nel portarla a termine, riesce anche a salvare Trinity-Anima, che lo aveva seguito per aiutarlo. Che le sub-personalità da integrare entrino in pericolo e poi vengano salvate, è una metafora delle due fasi di differenziazione e integrazione delle medesime, infatti è un tema che si ripete continuamente nella saga.
È a questo punto che si capisce il vero significato del soprannome Triniy, infatti lei, Morpheus e Neo formano una trinità psichica importante, composta da Anima, Spirito e Io. Inoltre Neo dimostra di avere nel mondo inconscio poteri superiori a quelli dei suoi compagni, quindi non è più paragonabile a un Adamo cacciato dall’Eden, ma a un iniziato che, se arriverà a compiere tutte le tappe del processo d’individuazione, potrà diventare un “nuovo” Messia. A questo punto è anche chiaro perché il nome di battesimo del protagonista è Thomas, infatti come l’apostolo Tommaso non credette nella resurrezione di Cristo finché non ne toccò le ferite, anche lui doveva superare i limiti della propria incredulità per poter accedere al suo potenziale inespresso.
Dopo aver aumentato la propria autoconsapevolezza e quindi il proprio potere dentro Matrix, Neo deve affrontare l’Ombra personale-Smith, la quale riemerge più combattiva che mai, come reazione al fatto che il suo dominio sulla coscienza del protagonista è diventato più labile. Nonostante all’inizio l’Ombra si dimostri più forte, l’Io si adatta pian piano e ha la meglio, così vengono fatte intervenire enti psichiche dell’inconscio collettivo, virtualmente interpretate dagli altri agenti speciali, e nella realtà rappresentate dalle sentinelle robotiche che attaccano la nave Nabucodonosor, a ricordarci che ciò che avviene interiormente ha un influsso sul mondo esterno e viceversa. Inoltre le navi volanti usate dagli umani ricordano vagamente un acaro, per sottolineare come la razza umana sia l’unica specie paragonabile ai virus (concetto esplicato dall’agente Smith).
Neo-Io è costretto a fuggire, ma alla fine la superiorità numerica dell’inconscio collettivo lo soverchia e Smith riesce a ucciderlo a colpi di pistola. Per fortuna Neo si trova nel mondo virtuale e così, grazie all’amore-vicinanza dichiarato in quel momento da Trinity-Anima, che lo bacia nel mondo reale, egli cambia il suo destino e trasforma il suo decesso in una vera e propria morte iniziatica, dalla quale ne risorge fortificato. Ora può vedere Matrix esattamente per la finzione telematica che è, e pertanto può manifestare poteri superiori a quelli degli agenti speciali.
Il primo episodio si conclude con Neo che integra la propria Anima (accettando di amare Trinity) e quindi può integrare anche l’Ombra, o almeno una parte di essa (procedimento che si compie quando entra dentro all’agente Smith, impossessandosi del suo corpo e dandogli le proprie sembianze).
Ora Neo è capace di vedere al di là delle illusioni condivise, anche oltre a chi percorre il suo stesso cammino, un livello di consapevolezza simboleggiato dalla scena finale in cui vola sulla città di Matrix.
SECONDO EPISODIO: IL PROFETA INTEGRA LO SPIRITO
Se il primo film termina con l’integrazione dell’Anima da parte di Neo, il secondo inizia con un sogno che palesa la paura del protagonista di perdere Trinity, la portatrice della sua Anima nel mondo reale.
Tra i molti comprimari che fanno il loro ingresso nel secondo episodio, una in particolare appare significativa: Niobe. Nella mitologia greca, con questo nome s’identificano due donne, entrambe caratterizzate dal ruolo di madre. Ciò significa che la Niobe cinematografica è colei sulla quale Neo riflette la sub-personalità chiamata Materia, e infatti costei ha in ballo una difficile relazione con Morpheus, portatore dello Spirito. Però normalmente l’uomo non contatta la sua Materia, e infatti il rapporto umano tra il protagonista e Niobe è praticamente assente.
I capitani di diverse navi si riuniscono in una “virtuoconferenza” nel mondo di Matrix, che però è interrotta dall’arrivo degli agenti speciali (elementi dell’Ombra collettiva), i quali sono potenziati rispetto al primo episodio, segno del loro l’adattamento all’Io rafforzato di Neo. Comunque quest’ultimo ha la meglio senza problemi, ma vuole maggiore chiarezza, così vola verso la casa dell’Oracolo, che però trova deserta, metafora del fatto che deve accedere a un livello più profondo dell’Anima.
Dopo il ritorno alla realtà, la Nabucodonosor sbarca nella città sotterranea di Zion, e così Neo entra a far parte non solo dell’ultimo gruppo libero del pianeta, ma di una comunità d’iniziati. Così come al tempo di Cristo gli esseni di Gerusalemme avevano un loro centro sul Monte Sion, così gli ultimi superstiti di Matrix vivono in una cavità nel profondo del sottosuolo avente lo stesso nome. Anche in questa comunità di iniziati sussiste una gerarchia, non tanto quella militare ben visibile, ma quella sottile decisa dalla consapevolezza o meno del ruolo chiave giocato da Neo. Come al solito i militari snobbano la profezia, invece le persone meno fortunate gli chiedono di aiutare i loro cari arruolati su qualche nave, come fosse un salvatore.
Intanto Smith, l’Ombra di Neo, diventa sempre più forte e s’impossessa della mente di un cittadino di Zion, Bane (“Rovina”), evento che simboleggia la proiezione dell’Ombra su una terza persona, la quale per reazione comincia a tramare contro Neo.
L’Oracolo invia un messaggio per incontrare Neo, ma prima costui deve affrontare un cinese di nome Seraph, un programma telematico di protezione, che dovrebbe simboleggiare la padronanza dei quattro elementi nel mondo virtuale e che difende l’Oracolo. Si tratta di una prova per accedere a un livello più profondo dell’Anima, profondità che è rappresentata dalle porte segrete lungo il bianco corridoio percorso dal protagonista.
Arrivato di fronte all’Oracolo, Neo comincia a porre dei dubbi sul fidarsi delle proprie sub-personalità, però la sua Anima gli spiega che ognuno “deve fare ciò che deve fare”, guardando oltre il bene e il male. La donna spiega all’Eletto che deve giungere fino al sistema centrale delle macchine, cioè verso il Sé, e poi gli svela che lui possiede il dono della profezia, pertanto è ancora più importante che capisca le ragioni della sua scelta di uscire da Matrix. Non riuscire in questa impresa, implicherebbe la distruzione della razza umana da parte delle macchine.
Non appena terminato il colloquio si presenta Smith, attivato dalla nuova consapevolezza di Neo. Il nemico non è più soltanto un agente speciale, perché col potenziamento del protagonista anche lui è diventato più forte, nonché autonomo dal sistema di Matrix. Così questa volta è l’Ombra che cerca di inglobare l’Io, il quale si dimostra più forte e respinge l’attacco. Però ora Smith è capace di duplicare se stesso impossessandosi dei programmi degli agenti speciali, così il protagonista è costretto a combattere contro un esercito di Smith. Tutta questa scena fa capire che se l’eletto è speciale, anche la sua Ombra lo è, tanto da acquisire parte dell’energia dell’Ombra collettiva per accrescere il proprio potere. I nemici sono troppi e così Neo è costretto a ritirarsi volando via.
Siccome l’Oracolo gli ha suggerito di trovare il programma chiamato Fabbricante di Chiavi, il quale è prigioniero del programma chiamato Merovingio, Morpheus, Trinity e Neo vanno nel ristorante in cui si trova quest’ultimo. Il Merovingio sta mangiando insieme a sua moglie Persefone, nomi che fanno ben capire il loro ruolo: i Merovingi erano una stirpe di re-sacerdoti con sedicenti poteri magici, infatti il personaggio cinematografico con tale nome non mostra solo l’ambiguità di apparire sia come nemico (un ruolo tipicamente militare) che come consigliere (un ruolo tipicamente sacerdotale), ma anche doti che esulano dalle leggi fisiche di Matrix, le quali si manifestano attraverso i poteri speciali dei suoi programmi-scagnozzi; invece Persefone è la dea greca degli Inferi che, prima di scendere nel sottosuolo, deteneva una personalità virginea, e anche in questo caso l’ambiguità emerge dall’aiuto che il personaggio cinematografico fornisce infine ai tre eroi, per vendicarsi del marito che la tradisce con ogni bellezza che incontra.
Il Merovingio mette in luce che i suoi visitatori non sanno perché devono trovare il Fabbricante di Chiavi, che in quanto tale è solo un mezzo, e sottolinea che le scelte derivano solo dalla causalità, ovvero sono illusioni create e poste tra chi ha potere e chi non ne ha. Quindi ciò che conta non è scegliere, ma il perché lo si fa.
Il Merovingio e Persefone rappresentano l’Animus e l’Anima negativi, che costituiscono una barriera per l’accesso dell’Io al livello inconscio in cui giacciono Spirito e Materia. Queste sub-personalità negative non sono totalmente malvagie, infatti mettono alla prova l’Eletto con un’alternanza di “no” e di “sì”: prima il Merovingio dice che non consegnerà mai il Fabbricante di Chiavi (pur facendo notare che la loro mancanza di potere contrattuale nella trattativa, deriva dalla non conoscenza del perché sia necessario l’aiuto dell’artigiano); e poi Persefone li aiuta in cambio di un bacio di Neo, cioè mettendo alla prova la relazione di questi con Trinity, così infine riescono a liberare il Fabbricante di Chiavi.
Dopo aver sconfitto gli scagnozzi del francese, Neo si ritrova su una montagna desolata, separato dai suoi due compagni, situazione che simboleggia la distanza da loro, soprattutto da Trinity, per l’effetto della tensione creatasi per il bacio dato a Persefone. Però lui vuole metaforicamente ricucire questa separazione e allora vola verso la città.
Intanto Morpheus e Trinity fuggono in auto col Fabbricatore di Chiavi, cercando di seminare gli ultimi due tirapiedi del Merovingio, i gemelli albini dal potere di diventare intangibili, che rappresentano la versione combattente dell’Animus e dell’Anima negativi. Come se non bastasse all’inseguimento si aggiungono le auto della polizia, i cui passeggeri vengono sostituiti da agenti speciali di Matrix, rappresentanti dell’Ombra collettiva, i quali appaiono ancora più potenti di prima. Il tutto si risolve con una fuga, permessa anche all’intervento all’ultimo secondo di Neo.
Messisi al riparo, Morpheus, Trinity, Neo e Niobe (che nel frattempo li aveva raggiunti), scoprono dal Fabbricante di Chiavi che nel piano nascosto di un grattacielo si trovano molte porte, accessi su luoghi segreti, una delle quali conduce a una misteriosa “sorgente”. Questa è una metafora per intendere un livello più profondo dell’inconscio collettivo, dove si trova qualcosa di non chiarito che serve a Neo. Per poter eludere i sistemi d’allarme dell’edificio, bisogna togliere l’energia elettrica sabotando la centrale che la produce e il generatore d’emergenza, una metafora della dinamica psichica per la quale, per sconfiggere gli enti psichici avversi, bisogna togliere loro l’energia che essi assorbono dalla coscienza.
Nella dimensione reale, tale impresa è ostacolata dalle piovre robot, invece nel mondo virtuale, a guardia della porta misteriosa c’è Smith coi suoi molti doppioni, bramoso del potere assoluto su Matrix. Dopo una dura lotta, Neo e Morpheus varcano la soglia dell’anticamera, ma il Fabbricante di Chiavi perde sangue per un colpo mortale, così prima di spirare consegna la chiave dell’ultima porta all’Eletto. Questi la apre e vi entra da solo, ritrovandosi in una stanza bianca con le pareti rivestite di monitor, sui quali si può osservare la sua immagine ripetuta all’infinito.
In quello strano ambiente Neo si trova faccia a faccia con l’Architetto, il programma creatore di Matrix, ovvero il suo proprio Spirito. Costui gli spiega che Neo è un’anomalia all’interno del mondo virtuale, la sesta in ordine d’apparizione, e che è stato più veloce delle precedenti nel raggiungere la stanza dell’Architetto. Costui gli racconta che dopo ogni anomalia, necessaria per rendere accettabile il sistema virtuale ai suoi prigionieri perché permette loro di sperare (sebbene inutilmente), il mondo di Matrix ne esce compromesso e quindi, per evitare il crash del sistema, viene ogni volta sovrascritto da una sua nuova versione più evoluta.
Poi gli spiega che l’anomalia serve anche per salvare una piccola parte di Zion, che ogni volta viene distrutta dalle sentinelle robot. Infatti secondo il programma prestabilito, Neo avrebbe infine dovuto scegliere ventitre individui da far sopravvivere (sedici femmine e sette maschi), per ricostruire la città e consentirle di ripopolarsi con l’1% delle persone che non accettano di vivere in un mondo virtuale. Costoro avrebbero poi permesso alla futura anomalia, cioè a un nuovo Eletto, di uscire da Matrix per condannare nuovamente Zion e riavviare il programma in una nuova versione potenziata.
Neo si ritrova improvvisamente consapevole di essere parte di un ingranaggio prestabilito, finalizzato a creare un tempo ciclico atto a rinnovare il sistema creato dalle macchine per perpetrarne l’esistenza all’infinito, proprio come fa l’universo nelle sue varie manifestazioni. Il protagonista rimane sconcertato nello scoprire che l’Eletto è una figura prevista dal programma virtuale, destinata a salvare la razza umana non liberandola dalla schiavitù, ma rinnovando il potere e lo sviluppo delle macchine.
Infine l’Architetto mette Neo di fronte a una nuova scelta: la porta di destra conduce alla sorgente (probabilmente una metafora per il Sé) e alla salvezza di Zion, invece quella di sinistra porta a Trinity, che è in pericolo di vita, e alla tragica fine della razza umana. L’Architetto fa capire al protagonista che la sua donna è spacciata, per buona realizzazione del suo sogno profetico fatto a inizio film. Però Neo sceglie la porta di sinistra e riesce a salvare Trinity, sia dalla caduta dal grattacielo, prendendola in volo, sia dal proiettile che le penetra il polmone, estraendoglielo con la mano resa semi-intangibile; e poi, sempre con lo stesso metodo, le riattiva il cuore con un particolare massaggio cardiaco.
La scelta di Neo non si rivela sbagliata come potrebbe sembrare, infatti sebbene abbia agito diversamente rispetto ai suoi cinque predecessori, la sua decisione potrebbe non condannare gli umani come presagito dall’Architetto. Infatti se un Eletto trascende il proprio processo d’individuazione e, per amore, decide di sacrificarsi anche per gli altri, alla fine del suo percorso diventa un liberatore, cioè un Messia.
Tornato alla realtà, Neo spiega a Morpheus che la profezia sull’Eletto è un altro sistema di controllo di Matrix. Nonostante ciò, il nuovo contatto stabilito dal suo Io con lo Spirito, cioè l’integrazione di quest’ultimo grazie al dialogo con l’Architetto, ha portato il protagonista a sviluppare nuove capacità, che si manifestano attraverso il suo potere di mandare in cortocircuito le sentinelle robot con la sola concentrazione mentale. Però lo sforzo fa svenire Neo, che viene ricoverato in infermeria insieme a Bane, nuovo alter ego della sua Ombra nella dimensione della realtà, il quale è rimasto ferito dallo scontro avuto con Smith.
Intanto un enorme esercito di sentinelle e di trivelle robot sta lentamente ma inesorabilmente giungendo a Zion. Dopo cento anni di guerra tra umani e macchine, queste ultime sanno di trovarsi alle strette e pertanto hanno inviato una sentinella per ogni abitante della città sotterranea, in modo da garantirsi la vittoria. Però non hanno fatto i conti col più potente tra i sei eletti della storia di Matrix.
TERZO EPISODIO: IL MESSIA INTEGRA IL SÈ
Il terzo film della serie inizia con la scoperta che Neo non giace semplicemente svenuto, perché la sua coscienza si trova in un limbo tra la realtà e Matrix, nonostante non sia connesso al mondo virtuale tramite il cavo cervicale. Il limbo si presenta come una stazione della metropolitana, una metafora per indicare il preconscio, la quale è governata dall’Uomo del Treno, un programma controllato dal Merovingio e pertanto un’estensione dell’Animus negativo.
A conferma del fatto che Neo deve raggiungere un ulteriore livello d’integrazione dell’Anima, è la presenza nella stazione della coppia indiana di Rama-Chandra e Kamala, rappresentazioni dell’Animus e dell’Anima positivi, la cui buona unione reciproca è incarnata nella figlioletta Sati, la quale sta per essere emancipata dal controllo centralizzato di Matrix. Costoro mostrano al protagonista in cosa consiste davvero l’integrazione dell’Anima e la sua buona unione con l’Animus-Io.
La famiglia indiana riesce a salire sul treno, invece Neo viene steso dal custode del limbo, sconfitta che simboleggia come il suo Animus-Io e la sua anima Anima non si sono ancora uniti in modo completo.
La lotta interiore affrontata dal protagonista viene rappresentata dall’irruzione di Morpheus, Trinity e Seraph nella discoteca sadomaso del Merovingio, ambientazione che sottolinea come gli aspetti negativi dell’Anima e dell’Animus si stiano manifestando più intensamente che mai. Qui si scopre che anche Seraph è un programma di estensione del Merovingio, quindi una manifestazione positiva dell’Animus-Io di Neo.
Il francese si rende disponibile a far uscire il protagonista dal limbo, solo che vuole gli occhi dell’Oracolo, un altro modo per dire che vuole l’Anima positiva, evidentemente per trasformarla in negativa. Però l’Anima non può accettare di corrompersi, così i tre combattono e infine Trinity propone al Merovingio un accordo irrinunciabile: liberare Neo o morire tutti quanti. È la stessa Persefone a far notare a suo marito, che la minaccia appena ricevuta non è un inganno. Questa proposta estrema fa capire che, lungo il processo d’individuazione, non è possibile una regressione eccessiva, tanto che il soggetto la considererebbe alla stregua di una morte.
La lotta tra le varie manifestazioni dell’Animus e le varie manifestazioni dell’Anima si conclude con la liberazione dal limbo di Neo che, nel frattempo, grazie alla definitiva integrazione dell’Anima e della sua unione positiva con l’Animus-Io, è cambiato ulteriormente, tanto che il suo codice informatico è divenuto irriconoscibile. Il buon esito di questa parte della missione viene confermato dal fatto che, quando egli si reca dall’Oracolo (pure lei cambiata nell’aspetto), vi trova anche Sati, la figlioletta dei due programmi indiani, simbolo di unione positiva del maschile col femminile. Inoltre a questo punto viene reso noto che ogni rivelazione, è stata ottenuta dal protagonista nel momento in cui lui stesso lo ha deciso, rimarcando come tutta la trilogia rappresenti il suo personale percorso verso l’individuazione.
L’Oracolo rivela a Neo che deve tornare alla misteriosa fonte per realizzare se stesso e salvare il mondo, e che mentre il suo Spirito (l’Architetto) cerca di bilanciare gli eventi, la sua Anima (lo stesso Oracolo) tenta di sbilanciarli. Queste parole inducono Neo a prendere finalmente coscienza della sua importanza per la salvezza della razza umana, ma anche del fatto che la sua Ombra è sempre più forte, parallelamente al potenziamento del suo Io, e che sta per arrivare il momento della resa dei conti finale.
Infatti poco dopo ricompare Smith coi suoi doppioni, per assorbire la piccola Sati, Seraph e l’Oracolo, metafora per intendere che l’Ombra di Neo ha assorbito la carica energetica dell’Anima e dell’Animus, operazione resa possibile soltanto perché tali sub-personalità sono state ben integrate tra loro nella coscienza.
Intanto nella dimensione reale Neo si risveglia e decide di andare nella città delle macchine, che rappresenta una sorta di tempio del male per gli esseri umani. Niobe (la Materia), gli concede la sua nave (cioè il mezzo materiale) per poter raggiungere la fortezza tecnologica e così lui s’imbarca insieme a Trinity, ma la partenza viene rallentata da Bane, completamente posseduto dalla coscienza di Smith. Bane prende in ostaggio Trinity (così come Smith aveva assorbito l’Oracolo) e nella colluttazione che segue Neo viene reso cieco da una scarica elettrica. Però riesce a vedere col cuore l’essenza del suo nemico e così lo sconfigge.
Mentre Neo e Trinity si dirigono verso il cuore della città delle macchine, Zion viene attaccata dalla trivella robot, che cerca di aprire un varco verso il cuore della città sotterranea. Entrambi questi percorsi simboleggiano il processo dell’iniziato verso il suo cuore, cioè verso l’ultima e più profonda sub-personalità.
A Zion il primo attacco viene respinto grazie all’arrivo della nave con dentro Morpheus e Niobe, la cui scarica elettromagnetica però non disattiva solo le seppie robot, ma anche i sistemi difensivi degli umani, che rimangono inermi di fronte all’imminente secondo grande attacco.
Intanto Neo e Trinity giungono alla città delle macchine e vengono attaccati dalle sentinelle robot, che inizialmente sono fatte esplodere dalla forza del pensiero dell’Eletto. Però la loro numerosità aumenta troppo, e per disattivare quelle attaccatesi alla nave i due dirigono oltre le nuvole, così Trinity può vedere per la prima volta in vita sua la luce del Sole. Nell’atterraggio Trinity muore, cioè il protagonista riassorbe la proiezione della propria Anima. Così Neo continua la sua missione da solo, forte della sua visione extrasensoriale proveniente dal cuore, che gli permette di vedere le macchine come forme luminose dorate. Quando raggiunge il cuore della città delle macchine incontra l’Intelligenza Artificiale, cioè la fonte, la quale si mostra con le sembianze di un sole metallico con al centro il viso di un bambino, un simbolo assai esplicito della luce e della purezza insita nel Sé. Neo propone alla CPU di ottenere la pace tra Zion e le macchine, in cambio del suo aiuto per eliminare il programma Smith, perché presto sarebbe diventato così potente da prendere il controllo di tutta la città delle macchine. L’Intelligenza Artificiale accetta, così le sentinelle presenti a Zion vengono poste in stand-by e il protagonista viene interfacciato con Matrix attraverso dei cavi robotici, che gli fanno assumere una posizione molto simile a quella di chi viene crocifisso.
Questa è l’ultima prova prima d’integrare il Sé, l’ultimo scontro con l’Ombra, il cui potere è cresciuto grazie all’assorbimento dell’energia dalla coscienza di Neo e dall’Ombra collettiva, finendo così per incarnare il male assoluto che anela alla distruzione totale. Ciò implica che finalmente il destino dell’Eletto si può compiere, infatti non combatte più solo per se stesso e per l’integrazione del Sé, ma per riscattare il lato oscuro di tutta la razza umana, incarnato nel demoniaco Smith. Alla fine del loro combattimento, come nel primo episodio l’Ombra tenta di assorbire l’Io, ma Neo è più forte (anche grazie all’aiuto dell’Oracolo-Anima) e infatti i cavi d’interfacciamento s’illuminano come le ali di un angelo, così è lui a integrare definitivamente Smith, il quale esplode insieme ai suoi infiniti doppioni.
Dopo l’integrazione dell’Ombra collettiva da parte di Neo, questi può finalmente integrare anche il Sé, e pertanto le macchine si ritirano da Zion, ponendo fine alla guerra che andava avanti da un secolo. D’altra parte anche Matrix continua a esistere, nella sua settima versione, però chi d’ora in poi vorrà uscirvi sarà finalmente libero di farlo.
I programmi di Seraph, di Sati e dell’Oracolo vengono ripristinati, e quest’ultimo spiega di non aver mai saputo come sarebbe andata a finire, ma di aver molto creduto.
Non si sa che fine fa Neo, proprio come non si conosce la sorte di Cristo dopo la resurrezione, e anche il messaggio finale dei questi due messia, uno cinematografico e l’altro reale, appare molto simile, incentrato sulla speranza e sulla fede nella redenzione futura.
IL PROCESSO D’INDIVIDUAZIONE NELLA TRILOGIA DI “MATRIX”
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